LE SORPRESE DELLA VITA

Vitalizi degli ex consiglieri, taglio promesso e mai applicato

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CAT_IMG Posted on 20/4/2017, 00:10

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Vitalizi degli ex consiglieri, taglio promesso e mai applicato




Atteso dal 2014. A maggio in aula un progetto di legge «soft»

BOLOGNA - Il paradosso del sistema dei vitalizi di cui godono gli ex consiglieri regionali (o i loro parenti, grazie al meccanismo delle reversibilità) è tutto nelle cifre: se un ex eletto, nel corso di una sola legislatura, ha versato circa 60.000 euro di contributi, una volta compiuti i 60 anni il fortunato consigliere potrebbe percepire fino a 450.000 euro di pensione, calcolando un’aspettativa di vita di 85 anni. Quasi otto volte la cifra versata. Un rapporto costi- benefici che per i comuni mortali è pura fantascienza. Per questo, il 10 ottobre del 2014, la Conferenza delle assemblee regionali approvò un ordine del giorno che impegnava le Regioni a «sforbiciare » i vitalizi concessi agli ex consiglieri, utilizzando l’espediente del contributo di solidarietà: un prelievo una tantum sulla cifra percepita.

A oltre tre anni da quell’odg, metà delle Regioni non si sono ancora adeguate. Tra i ritardatari c’è pure l’Emilia-Romagna che pure fece da pioniere, nell’ormai lontano 2012, concedendo agli eletti in carica la possibilità di rinunciare al vitalizio su base volontaria (circa la metà acconsentì). Qualche tempo dopo il governo Monti obbligò tutte le Regioni a privare i neoconsiglieri dei vitalizi. La novità, in Emilia-Romagna, produrrà degli effetti solo a partire da questa legislatura: significa che chi è stato eletto per la prima volta nel 2014 non godrà del vitalizio. Ma la prescrizione non è retroattiva. Insomma, come recita un vecchio adagio sindacale, i diritti acquisiti non si toccano.

E chi ha maturato il vitalizio con le vecchie regole (essendo stato eletto prima del 2014) prenderà l’agognata pensione come se nulla fosse una volta compiuti i 60 anni di età. Attualmente in Emilia-Romagna vengono pagati 145 vitalizi agli ex consiglieri (l’importo medio è di 32.427 euro all’anno) e 32 pensioni di reversibilità a parenti vari (l’importo medio è di 20.701). Perché nessuno, finora, si è mosso per abolire i privilegi concessi agli ex? Ci sarebbe il rischio, rispondono tra i corridoi della Regione i difensori del vitalizio, di cause milionarie che rischiano di costare alle casse di Viale Aldo Moro più dell’importo risparmiato con l’eliminazione delle pensioni.

Per questo, in Regione, i lavori per trovare una soluzione sui trattamenti degli ex consiglieri sono proceduti a rilento. La svolta potrebbe arrivare a maggio, quando approderà in aula un progetto di legge proposto dal Pd e già discusso in commissione. La proposta di revisione si fonda su tre punti: divieto di cumulo (o obbligo di opzione) per chi ha più di un vitalizio; un contributo di solidarietà per tre anni che sforbici i vitalizi con un prelievo una tantum tarato su una percentuale più alta per chi ha redditi più alti; per chi non ha ancora compiuto i 60 anni, l’innalzamento dell’età pensionabile a 65 anni, fatta salva l’ipotesi di poter accedere al vitalizio già a 60 anni rinunciando però a una parte della pensione. Una riforma non certo draconiana, ma che per il Pd resta l’unica strada possibile per evitare ricorsi. Manuela Rontini, consigliera regionale dem, che ha seguito passo dopo passo l’iter del progetto di legge, dice: «C’è stato un dibattito ampio e appassionato, trattandosi di costi e di sobrietà abbiamo cercato di condividere il percorso acquisendo un parere legale.

Ci eravamo rivolti alla struttura tecnica della Conferenza dei presidenti delle assemblee, c’è stato un carteggio ma i tempi per acquisire il parere si allungano e abbiamo deciso di andare in aula ugualmente a maggio». I grillini avevano esordito invocando tout cort l’abolizione dei vitalizi per gli ex consiglieri. Adesso sembrano possibilisti sul sostegno alla legge. Dice il consigliere M5S Andrea Bertani: «La nostra proposta era più radicale, ma la legge del Pd ha degli elementi positivi e recepisce alcune nostre proposte, come il divieto di cumulo di vitalizi diversi. Valuteremo in aula il da farsi».
 
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